Isola di San Giulio
San Giulio e l’inchino di Francesco
Sull’ Isola di San Giulio ho incontrato il Maestro.
È l’unica isola del Lago d’Orta e, più che a un’isola, assomiglia a uno scoglio abitato da persone che sembrano vivere nascoste e tagliato da un’unica strada, la via del silenzio.
Attraversandola, sembra di compiere una via crucis. Si incontrano cartelli in metallo con piccolissime frasi che hanno come filo conduttore la pace del silenzio e l’arte del tacere. Su uno di questi ho letto “Nel silenzio incontri il Maestro” ed è in questa tranquillità che mi sono perso a scattare.
Cercare di raccontare un posto così, che si presta alla solitudine, avrebbe potuto impormi un’unica lettura, ma in verità quello che ho provato è stata un’altra sensazione. L’abbandono.
Ammetto che forse a questa sensazione ha contribuito un meteo non proprio favorevole. A volte, infatti, mi sento come il ragionier Fantozzi che in ogni posto trova la sua nuvola personale che lo perseguita.
In realtà, la luce che crea il cielo coperto da nubi è una luce che amo molto perché crea dolci contrasti, ma in quell’isola e in quel giorno ha preso una strana dominanza che ha reso tutto più cupo.
Su quell’isola mi sono abbandonato ai mie ricordi, le regole hanno perso le proprie consuetudini e mi sono ritrovato come un bambino curioso che cerca di vivere il momento come se fosse una favola.
É così che è nata questa piccola serie di scatti dettati dal pittore solitario che io ho chiamato “Il Maestro” che in riva al lago racconta una storia sulla sua tela invisibile.
Il Maestro mi ha insegnato che le storie possono essere raccontate, ma prima bisogna saperle immaginare, costruire accuratamente, per studiarle e in ultimo, forse, raccontarle.