Napoli
Vedi Napoli e poi ti innamori
Sono arrivato a Napoli dopo un’intera giornata d’agosto trascorsa a guidare in autostrada.
Verso le nove di sera, al casello autostradale mi si presenta una scena surreale, un ingorgo da film in cui giuro di aver visto anche qualcuno (non uno solo) che faceva inversione di marcia.
L’appuntamento con Mimmo, il tizio che mi affittava una stanza, era previsto per le dieci in Piazza della Carità e, proprio per carità, mentre aspettavo con le quattro frecce accese, ho sperato che ci fossero delle telecamere e che tutto quel che stava succedendo fosse solo uno scherzo. Di Mimmo nessuna traccia e al cellulare rispondeva una segreteria telefonica.
Sono allo stremo delle forze fisiche e mentali, quando si presentano due tizi con due scooter senza casco, si affiancano alla mia auto e uno dei due mi dice: “UEH MMMMAURO SEGUIMI!” e senza aspettare risposta ripartono in mezzo al traffico.
Mi ritrovo a cinquanta metri dalla stazione della metropolitana di Toledo, quando li vedo svoltare a destra e cominciare a salire per i vicoli dei quartieri Spagnoli. Continuo a seguirli, imprecando mentre faccio il pelo ai muri e alle persone sedute sulle sedie in strada all’entrata dei palazzi.
Quando si fermano davanti a un portone, scendono dai loro scooter e quello che mi aveva parlato prima mi avvisa “UEH MMMMAURO SIAMMMO ARRRIVVATI!”.
Incredulo, mi giro a guardare la mia compagna, seduta al posto del passeggero. “Ma davvero? Ci dobbiamo fidare?”. Lei con lo sguardo sfiancato dal caldo mi fa cenno di sì con la testa e così decidiamo di affidarci a questi due.
Sul marciapiede, davanti al portone del palazzo, c’è la moglie di Mimmo che ci accoglie con un sorriso celestiale. Ci aiutano a scaricare i bagagli ed è il momento di separarmi dalla mia compagna. Lei sale nel palazzo e io mi rimetto in macchina a seguire Mimmo, salendo per i quartieri Spagnoli dove le vie e gli incroci si fanno sempre più stretti.
Arrivati al parcheggio comune di un palazzo assumo il comportamento del personaggio del film “BENVENUTI AL SUD”. Svuoto il cassettino della macchina, alzo i finestrini e accarezzo il volante in segno di gratitudine per il viaggio completato e in segno di un probabile addio.
Scendo dalla macchina e la chiudo. In quel momento Mimmo mi dice “UEH MMMMAURO NON TI FIDI? LASCIA LE CHIAVI NEL QUADRO E GLI SPORTELLI APERTI, QUI SEI A CASA MIA!”
Compio il terzo atto di fiducia e subito dopo parto con il quarto.
Salgo sullo scooter anche io senza casco e abbraccio Mimmo come fosse la mia ultima ancora di salvezza. Scendiamo i quartieri Spagnoli nella modalità Valentino Rossi ai suoi tempi migliori e ci ritroviamo in un attimo che per me è sembrato eterno davanti al portone dove avevamo scaricato i bagagli. Salgo le scale frastornato e all’entrata dell’appartamento mi appare un’altra scena surreale.
Se il paradiso esiste lo immagino così, tutto bianco e oro brillante, pieno di pizzi e merletti barocchi come a casa di Mimmo e consorte, con i cuscini a cuore sul divano bianco, con le foto del matrimonio stampate sopra. Un bianco che neanche la candeggina riesce a pensare, figuriamoci a fare.
Mi viene offerto un bicchiere d’acqua e non capisco, tanto sono incredulo da tutto quel bianco e oro brillante che accecano la vista.
La camera con bagno che ci hanno assegnato, al mio primo sguardo assomiglia al tugurio dove avevo dormito a Marsiglia per il concerto degli ACDC ma immediatamente dopo mi sono ravveduto perché quello di Marsiglia era veramente al limite della somiglianza dei vecchi bordelli di Caracas decantati da tutti.
Le gambe mi cedono dalla stanchezza, mi siedo sul letto e ho come la sensazione che qualcosa non quadri. Mi alzo, sollevo il materasso e rimango nuovamente incredulo. Due reti singole con accenni di punti di saldature, legate con fascette fini nere, si adagiano su delle pentole girate al contrario che fanno da piedi formando una sorta di conca verso il centro del letto. Non ho il coraggio di dirlo alla mia compagna, che ne frattempo è sotto la doccia a lavarsi via tutto il viaggio.
Ho pensato, al massimo crolliamo durante la notte, ma intanto dormiamo.
Napoli è meravigliosa come sono meravigliosi i napoletani che hanno impresso nel DNA l’arte di arrangiarsi.
Vedi Napoli e poi muori
Goethe
Io non sono ancora morto e tramo di tornarci presto.
1 Commento
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“… a lavarsi via tutto il viaggio” rende benissimo l’idea: il passato è passato e c’è un nuovo paradiso da conoscere domani, perché ogni angolo del mondo è un paradiso a sé, ma devi saperlo cogliere e chi meglio di un fotografo che scatta anche istantanee di parole!